Degustare il miele: brevi consigli utili
Se seguiamo qualche piccolo consiglio quando gustiamo un miele, avremo la possibilità di apprezzarlo al meglio e con maggiore consapevolezza, cogliendo le differenze tra miele e miele, talvolta molto marcate.
Esistono molti tipi di miele che possono derivare dal nettare di un unica fioritura (acacia, castagno, tarassaco…) oppure da quello di moti fiori differenti (millefiori).
Innanzi tutto guardiamolo.
Il colore del miele può assumere diverse tonalità di una gamma cromatica che va dal bianco luminoso all’ambra con riflessi rossi o verdi. Il miele di acacia è chiaro e trasparente, quello di castagno può andare dall’ambra al marrone scuro.
La variazione di colore è determinata da molti fattori, prevalentemente legati al fiore da cui le api raccolgono il nettare, alla zona e alla stagione.
Se cristallizza il miele tende a schiarire.
Poi sentiamolo con il tatto della lingua e del palato.
Il miele può essere più o meno viscoso oppure, se cristallizzato, avere dei granuli di maggiore o minore dimensione. Queste caratteristiche, percepite sulla lingua e sul palato hanno un loro contributo sull’esperienza gustativa del miele, a seconda delle preferenze personali.
Per fare qualche esempio: il miele di acacia è molto liquido, quello di melata molto denso e viscoso, quello di limone è cremoso.
Infine gustiamolo.
Comunemente si pensa che il miele sia semplicemente dolce.
In realtà, se si provasse ad assaggiare una serie di mieli diversi si potrebbero apprezzare altre due percezioni del gusto fortemente caratterizzanti: l’acidità e l’amarezza.
Il corbezzolo è il miele “amaro” per eccellenza mentre possono essere amarognoli anche il miele di castagno, di erica e di tarassaco.
Il consiglio quindi è quello di mettere in bocca un po’ di miele, chiudere gli occhi, e concentrarsi su ogni sfumatura del sapore.